giovedì 11 febbraio 2010

11 FEBBRAIO IN RICORDO DELLA GIORNATA DEL MALATO!!!


In ricordo della Giornata del Malato i Giovani Democartici di Ragusa esprimono la loro solidarietà e vicinanza a tutti coloro che soffrono a causa di diverse patologie. Parole di sostegno vanno anche alle famiglie che vivono quotidianamente le sofferenze dei cari e che con sacrificio e devozione rimangono vicini a loro.
Non vogliamo solamente ricordare questa giornata, ma lanciare un messaggio preciso: "Consideriamo il dolore che molti uomini, donne e bambini, sono costretti a vivere ogni giorno, raccogliamo le loro ansie, le loro preoccupazioni, il loro malessere, il loro sentirsi diversi, le loro speranze, i loro rancori, le loro paure ma soprattutto accogliamo il loro grido di aiuto e diamo un piccolo contributo che possa essere anche una parola dolce, un abbraccio affettuoso, un bacio sulla fronte, la nostra compagnia e quanto ci è possibile fare, per renderli anche solo per un momento felici e per non lasciarli completamente soli".
Basta poco per far sorridere una persona che ha tanta sofferenza!!! Noi lo possiamo fare... !!!

A tal proposito, nella giornata di Oggi, il Segretario dei Giovani Democratici di Ragusa, Valentina Spata, è andata a visitare i malati dell'RSA, portando loro un girasole e un messaggio di vicinanza.

In occasione di questa giornata, i Giovani Democratici di Ragusa propongono una lettera scritta da una malata ad un ausiliario Socio Assistenziale, al fine di comprendere alcune delle sensazioni e delle preoccupazioni di soggetti in stato di bisogno.

" LETTERA ALL’AUSILIARIO SOCIO ASSISTENZIALE che si occuperà di me nell’anno 2010… "
Carissima, mi permetta di presentarmi perché nell’anno 2010 io avrò più di settanta anni ed è probabile che sarò una dei suoi pazienti. Considerato il rischio di non essere più in grado di comunicare i miei desideri, intendo farlo ora e voglio dirle come mi piacerebbe che si prendesse cura di me. - Innanzitutto vorrei mantenere la mia identità. Io sono la signora Monique Gavirey ed è così che vorrei essere chiamata; non nonna o nonnina o vecchietta o la numero 9. Vorrei mantenere il nome al quale sono sempre stata abituata. - Una delle cose più importanti per me è la privacy. Potrò avere una camera singola? Quasi sicuramente no. Allora, cara Collega, potrà far si che vi siano delle tende ben tirate attorno al mio letto mentre mi laverà o mi vestirà? E quando mi laverà, si assicurerà che l’acqua sia ben calda? Non sopporto già ora di fare il bagno in acqua fredda, lo sopporterò ancora meno quando sarò vecchia. Abbia la cortesia, la prego, di asciugarmi bene, perché è molto fastidioso essere asciugati a metà… Durante il bagno poi, voglia rispettare il mio pudore e la mia dignità….- Se non sarò più in grado di vestirmi da sola spero che vorrà curare il mio aspetto: Mi piacerebbe avere abiti ben abbinati e non essere vestita “come viene”perché tanto si tratta di una povera vecchia! E poi, potrò avere i capelli ben pettinati una volta vestita?- Qualche volta mi piacerebbe essere portata in salone. – Dovessi essere incontinente, potrà continuare a trattarmi con rispetto? Non mostri disgusto, la prego, quando scoprirà il mio letto bagnato. Non mi metta a disagio e soprattutto non pensi mai che l’abbia fatto apposta. - Vorrei che mi mettesse un pannolone e mi accompagnasse al bagno regolarmente. Non vorrei portare un catetere solo per ragioni di praticità. Non vorrei passeggiare con un sacchetto dell’urina, oggetto di curiosità per i miei nipotini e di vergogna per me.- Sarebbe gentile, da parte sua se qualche volta mostrasse interesse per la mia famiglia, i miei nipotini,per le mie foto esposte sul comodino. Eviti però di chiedermi,come mai i miei figli non si occupano di me,perché non mi hanno accolto in casa loro. - Se sarò un po’ rimbambita e non capirò le sue richieste, non urli, non farà che agitarmi e potrei diventare aggressiva. Mi tratti, se potrà, con dolcezza e tutto andrà per il meglio. Cara Collega, i miei desideri e le mie esigenze le sembreranno esagerate,senza limite,ma non si tratta, forse, di richieste banali (stare al caldo, ben nutriti,curati e soprattutto, considerati e rispettati) che ognuno di noi manifesterebbe se dovesse essere ricoverato in un ospedale o, peggio, in un Istituto? Ricordi sempre che è il nostro corpo ad invecchiare, ma non la nostra sensibilità di esseri umani Con gratitudine.

ESITO ASSEMBLEA PROVINCIALE CON GLI ASSISTENTI BAGNANTI DELL'8 FEBBARIO 2010


Si è tenuta lunedi’ sera l’assemblea tra tutti gli assistenti bagnanti della provincia, che hanno contribuito con la loro prestazione al progetto “Spiagge sicure 2009” in tutte le spiagge iblee.
Erano presenti oltre ai bagnini iblei, anche il Segretario dei Giovani Democratici, Valentina Spata, ed il Segretario provinciale del Sindacato Autonomo ISA, Giorgio Iabichella.
Avendo verificato che il contributo da versare a detti lavoratori viene cosi’ versato:
- Il 50% del contributo viene liquidato dalla Regione Siciliana;
- Il 25 % lo liquida la Provincia Regionale di Ragusa;
- Il 25% viene liquidato dal Comune ove e’ stato svolto il servizio,
abbiamo rilevato che:
- tutti i comuni devono ancora ricevere il contributo della Regione,
- tutti i comuni, ad esclusione di Modica e Scicli(che, per motivi che stiamo verificando, non hanno ancora presentato la documentazione necessaria alla Provincia), hanno gia’ ricevuto il contributo dell’ Ente Provinciale, ma che non hanno ancora inteso accreditare ai bagnini, eccezion fatta per il comune capoluogo che ha gia’ versato il 50% delle spettanze ai lavoratori.
Valentina Spata e Giorgio Iabichella, hanno preso impegni, ciascuno per le proprie competenze, davanti ai lavoratori, di verificare la disponibilità immediata a versare il 50% della somma, nei comuni che hanno gia’ ricevuto l’accredito da parte della Provincia, di sollecitare i comuni di Modica e Scicli a presentare la documentazione richiesta dalla Provincia affinche’ possa loro versare il contributo spettante, e verificare le motivazioni per cui la Regione Siciliana non abbia ancora provveduto a versare la sua quota.
<> V. Spata.
<>G. Iabichella.

cordiali saluti

Segretario
Giovani Democratici
Ragusa,
Valentina Spata

I.S.A. Sindacato Autonomo
Il segretario Provinciale
Giorgio Iabichella

RINVIO RIUNIONE

CARI DEMOCRATICI VI ANNUNCIO CHE LA RIUNIONE DI OGGI GIOVEDI' 11 FEBBRAIO, IN MERITO AL PARCO DEGLI IBLEI, E' STATA RIMANDATA A DATA DA DEFINIRE.

GRAZIE

domenica 7 febbraio 2010

RIUNIONE DEI GD RAGUSA DI GIORNO 8 FEBBRAIO: PROSSIME INIZIATIVE

Care democratiche e cari democratici,
a seguito della riunione di giorno 6 febbraio 2010 vi comunico le prossime riunioni e le prossime iniziative:

  1. LUNEDI' GIORNO 8 FEBBRAIO ORE 18.30 riunione con gli assistenti bagnanti presso la sede provinciale di Ragusa del Sindacato Autonomo ISA, in Via degli Aceri n°42;
  2. MERCOLEDI' 10 FEBBRAIO ORE 19.00 riunione dei giovani democratici presso la sede del partito in viale del Fante, 10. ODG: - organizzazione Festa Democratica dei Giovani e Consulta Giovanile;
  3. GIOVEDI' ORE 19.00 presso la sede del Partito Democratico INCONTRO E DIBATTITO SUL PARCO DEGLI IBLEI. SARA' PRESENTE GIGI BELLASSAI, presidente Ecodem Sicilia e Responsabile Politiche ambientali del Mezzogiorno.
A fine Riunione abbiamo deciso che il 19 Febbraio organizzeremo la Festa Democratica dei Giovani. PEr quanto riguarda l'organizzazione della festa concorderemo tutto durante la riunione di mercoledì.

Il Segretario dei Giovani Democratici di Ragusa
Valentina Spata

RIUNIONE ASSISTENTI BAGNANTI PER MANCATO PAGAMENTO STIPENDI



Riguardo alle spettanze non ancora riconosciute agli assistenti bagnanti che hanno prestato servizio nelle spiagge della provincia, la scrivente O.S. intende incontrare tutti gli operatori che ad oggi attendono il pagamento delle spettanze loro dovute, riguardo alle prestazioni effettuate in seno all’Operazione Spiagge Sicure del 2009.

Da precisare che il contributo dovuto dalla Provincia Regionale di Ragusa e’ stato gia’ mandato ai Comuni, in misura di circa il 30% per quanto riguarda Ragusa, mentre l’eccedenza, che deve versare il Comune, non e’ ancora stata messa in pagamento.

Tutti gli assistenti bagnanti della provincia, ormai stanchi di attendere la liquidazione delle somme loro spettanti, intendono esporre il loro malcontento pubblicamente con l’aiuto del Sindacato ISA, e si riuniranno presso la sede provinciale di Ragusa del Sindacato Autonomo, in Via degli Aceri n°42, lunedi’ 8 febbraio p.v. alle ore 18:30, per predisporre l’organizzazione della protesta.

Presiederà l’incontro anche il segretario dei giovani democratici di Ragusa, Valentina Spata, che ha da sempre denunciato la grave situazione di disagio degli operatori, e che si e’ fatta promotrice degli interventi relativi alla situazione dei lavoratori in questione in seno al Comune di Ragusa, fornendoci gli strumenti necessari per comprendere la reale situazione amministrativa.

Cordiali saluti



Il Segretario dei Giovani Democratici Ragusa,
Valentina Spata

I.S.A. Sindacato Autonomo
Il segretario Provinciale
Giorgio Iabichella

IL LAVORO E L’INCERTEZZA DELLE NUOVE GENERAZIONI.



La sfida per noi è quella di tutte le Organizzazioni sociali: saper interpretare il futuro, dare voce, ma anche guida e rappresentanza, alla nostra gente dentro alle tante incertezze del presente.
Il lavoro è il paradigma del cambiamento, il crocevia delle trasformazioni sociali, è dentro al lavoro che intravediamo gli effetti più rilevanti della globalizzazione che ormai ha avvolto l’intero mondo.
La precarietà, l’insicurezza, la mobilità, il tramonto del posto fisso a tempo indeterminato, la mancanza di tutele, il basso livello retributivo: sono tutti attributi dei tanti lavori che sono specchio della globalizzazione e che l’economia postfordista dell’innovazione tecnologica rende obsoleti con una rapidità inedita.
Noi giovani democratici ci preoccupiamo del lavoro che manca e che si cerca invano, di quello che si perde senza speranza diventando troppo spesso dramma umano e familiare, di quello che dequalifica, ma soprattutto del lavoro che fa male il cosidetto lavoro FLESSIBILE, che potrebbe rappresentare una risorsa per imprese e lavoratori finisce per diventare, precariato dequalificante capace solo di mortificare un’intera generazione, non permettendo ai giovani di poter tagliare il cordone ombelicale con le proprie famiglie, destabilizzando di fatto la società attuale ma soprattutto non permettendo la stesura di basi solide per la costituzione di una società futura. Centinaia di miglia di giovani dalle imprese private agli studi professionali vivono ogni giorno il dramma di un lavoro instabile e senza tutele, giovani “professionisti” che sotto l’ombra di uno pseudo- lavoro autonomo in realtà svolgono un lavoro senza regole né tutele, ma soprattutto senza la garanzia di una formazione adeguata al tipo di specializzazione professionale per la quale stanno lavorando.
.Le riforme del mercato del lavoro che nel corso degli anni si sono succedute hanno fatto sì che un’intera generazione vivesse senza certezze presenti.

La nostra Regione, Cari amici, è tra le 10 regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Lo dice eurostat, l’ufficio europeo di statistica.
Penso che questi dati sono la testimonianza di una presenza massiccia di clientelismo e corruzione che negli anni hanno contribuito a far crescere un problema che oggi si trasforma in una grande piaga sociale difficilmente controllabile.

Per porre rimedio a fenomeni economici negativi che si sono sviluppati nel campo
occupazionale, i legislatori hanno individuato e promosso nuove forme di partecipazione al
lavoro: … lavoro interinale, lavoro a chiamata, lavoro a progetto, lavoro di collaborazione coordinata continuativa, eccetera … eccetera … eccetera, … i cosiddetti LAVORI ATIPICI.
Nuovi strumenti utili, NELLE INTENZIONI, all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Strumenti legislativi e normativi che avrebbero dovuto creare lavoro ma evidentemente non è così: gli strumenti sono utili solamente “QUANDO … E SE” il lavoro lo si è già creato!
Vediamo infatti, che, nel mondo del lavoro italiano, l'introduzione del lavoro atipico e del principio
della flessibilità non si sono dimostrata:
- né risolutivi della disoccupazione;
- né salvatrici delle aziende.
Sostituendo con lavoratori atipici i lavoratori a tempo indeterminato, più che aver vinto la
disoccupazione, si è creata l’occupazione ad intermittenza!
La flessibilità in Italia non sembra essere un’opportunità, essa è subita, non scelta ...
Il PART- TIME diventa quindi una reale precarizzazione del lavoro.
Ma cosa vuol dire precarizzazione?
1°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione della società.
Per molti giovani la cosiddetta flessibilità è una penosa consuetudine di vita, appena migliore della
disoccupazione: quando va bene vivono continui cambiamenti di datore di lavoro … di regole … di contratto e di orari, quando va male vivono nell’angoscia di una imminente disoccupazione …
2°. La precarizzazione del lavoro è precarizzazione della formazione e della
sicurezza.
Occorre dire su questo, anche supportati dalle ricerche effettuate nelle aziende del nostro
territorio, che la precarizzazione del lavoro determina nelle aziende la quasi totale assenza di una
qualsiasi forma di formazione professionale.
E soprattutto, ed è la cosa più grave, la totale assenza di formazione per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro.
Ci troviamo spesso di fronte a lavoratori “usa e getta”.
3°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione delle aziende.
In questo contesto anche le aziende che fanno largo uso di lavoratori atipici, sono sicuramente delle
aziende precarie, perché i lavoratori che vi operano non si sentono parte
dell’azienda, manca in loro il senso di fedeltà e appartenenza del lavoratore.
Evidentemente in queste aziende non può che venir meno la mancanza di professionalità
con conseguente peggioramento nella qualità del prodotto.
4°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione delle organizzazioni sindacali.
Cosa può offrire il tradizionale sindacato ai precari? … Come può, un sindacato suddiviso per
categorie, rappresentare un lavoratore che oggi si occupa di imballaggi e domani opera nel tessile
piuttosto che nel metalmeccanico?
Senz’altro può dare una collaborazione quotidiana nella verifica degli atteggiamenti dell'azienda,
ma difficilmente può programmare con i lavoratori delle prospettive vere di
evoluzione della proprie posizioni lavorative ed economiche.
Forse occorrerebbe sviluppare parallelamente degli strumenti di concertazione locale intersindacale
e interistituzionale come ad esempio gli osservatori del lavoro che raccordino gli strumenti sindacali
a quelli assistenziali propri degli enti locali.

Nel nostro territorio si sono evolute e sperimentate tutte le nuove forme di partecipazione al lavoro,
così che da infondere in molti dei nostri cittadini, UNA PATOLOGICA INCERTEZZA SUL
PROPRIO FUTURO.

Una delle forme di lavoro atipico che negli ultimi tempi è diventato una moda è quello delle Partite Iva. Ovvero, quando il committente (un professionista, una ditta..) ci chiede, per affidarci del lavoro, di aprire una partita IVA. C’è stato un tempo in cui si parlava molto di loro, del “popolo delle partite Iva”, poi sono come scomparsi. Rigettati nel vuoto. Non sono nemmeno considerati nelle schiere dei precari.
Comunque questo tipo ti lavoro è senza dubbio un lavoro a rischio. Le conseguenze possono essere spaventose, se l’operazione non viene affrontata con la necessaria informazione e con l’assistenza di un commercialista o di un’associazione sindacale di categoria (artigiani, commercianti).
Chi apre la PARTITA IVA, infatti, diventa un professionista o un imprenditore a tutti gli effetti (fiscali, assicurativi, normativi): le leggi che deve rispettare, da quel momento in poi, sono un’infinità, ed in continua evoluzione. Inoltre, bisogna mettere in chiaro cosa vuol dire essere dipendente di una ditta ma aprire la partita Iva.
Se una ditta ci offre un lavoro ma ci “obbliga” (perché dobbiamo considerare che molti giovani accettano il lavoro per mancanza dello stesso, quindi ad un certo punto diventa un’obbligazione) ad aprire una partita iva vuol dire che sullo stipendio lordo che viene dato al lavoratore bisogna togliere il 20% dell’iva che deve essere versata allo Stato. A questo punto, spesso il datore di lavoro (la ditta committente o il singolo) ci dicono spesso che possiamo detrarre le spese che abbiamo sostenuto durante l’anno e questo è vero ma si tratta solo di spese inerenti all’attività che vogliamo e non di tutte le spese che facciamo e cerchiamo di considerare al fine di pagare meno tasse. Quindi a fine anno spesso molti giovani lavoratori si ritrovano ad avere uno stipendio basso (stipendio che non si aspettavano) e tanto lavoro svolto con un enorme sforzo e sacrificio.
Inoltre, c’è da dire che le tutele di questi lavoratori sono del tutto inesistenti. Ad esempio se il datore di lavoro decide di licenziare il lavoratore, può farlo tranquillamente visto che il singolo lavoratore risulta autonomo e di conseguenza dopo aver perso il lavoro si ritrova con la partita iva aperta.
Questo tipo di lavoro porta all’innescarsi di fenomeni di opportunismo contrattuale da parte dei datori di lavoro e confonde i ruoli e la posizione di questi lavoratori atipici. Non dobbiamo confondere un lavoratore con partita iva subordinato ad una ditta con un lavoratore autonomo. Questi ultimi sono lavoratori professionisti dotati di un loro potere di mercato incorporato nel proprio bagaglio di competenze professionali e non hanno nessuna dipendenza nei confronti di qualcuno a differenza dei lavoratori con p.iva e subordinati che hanno molte caratteristiche della subordinazione (scarsa autonomia, subordinazione gerarchica, dipendenza economica) senza che queste rientrino sotto la legislazione del lavoro subordinato e sotto i vincoli che la norma imporrebbe.
Queste figure di professionisti solo di nome, ma che di fatto svolgono un lavoro subordinato portano con sé importanti implicazioni anche a livello sociale.
Ritengo che in una realtà come quella italiana in cui i diritti sociali degli individui derivano direttamente dalla posizione lavorativa che si ricopre, queste occupazioni che procurano minor salario e più rischi di precarietà non ipotecano solo il destino attuale degli individui, ma anche quello futuro perché significherà minor contributi per le pensioni, minor possibilità di accesso a forme di previdenze sociali come sussidi o redistribuzioni. Per questo motivo questi contratti diventano una “seconda scelta”, da accettare solo dopo aver vagliato tutte le altre possibilità. E così sempre più spesso sono gli individui dotati di minori risorse quelli che rimangono bloccati nella spirale di questi lavori.
Il Consiglio che noi Giovani Democratici vogliamo dare ai tanti giovani che pur di lavorare sono disposti ad accettare un lavoro subordinato con apertura della partita Iva è quello di aspettare e valutare il giro d’affari affinchè si possa avere una idea chiara del tipo di lavoro e del guadagno recepito, per poi eventualmente aprire la partita iva. In ogni caso è necessario e opportuno consultare un consulente del lavoro e le associazioni sindacali per avere migliori consigli.
In “questo” mondo delle partite Iva abbiamo la monocommittenza, gli orari di lavoro, il vincolo di subordinazione, tutti gli istituti di un rapporto di lavoro dipendente. Questi sono gli effetti di un ripugnante sistema duale, dove il rapporto rischio-rendimento è rovesciato: a maggiore rischio (la precarietà) corrisponde un rendimento (la retribuzione) risibile, e nessuna protezione di welfare, o protezioni più formali che sostanziali. Questa è la negazione del mercato, ed il trionfo di una forma moderna di schiavismo. Questi istituti contrattuali non possono chiamarsi lavoro flessibile, è bene sottolinearlo.
Il nostro auspicio è che questa classe politica insieme ad i Sindacati (che devono tutelare tutte le categorie di lavoratori) iniziano ad interessarsi di questo reale problema che rende ancora più incerto il futuro delle nuove generazioni. La precarietà non si contrasta né con il lavoro atipico, né con il lavoro subordinato con partita iva, ma con dei progetti a lungo raggio che permettono ai giovani una sicurezza e una stabilità necessaria per una prospettiva futura.
Un progetto che ribadisce la necessità di rendere più conveniente il lavoro a tempo indeterminato rispetto a quello a termine e prevede misure per rimuovere ostacoli che bloccano la propensione delle imprese ad assumere a tempo indeterminato: allungamento del periodo di prova (per facilitare il test reciproco di gradimento fra impresa e lavoratori), uso modulato del contratto di apprendistato per permettere un ingresso graduale al lavoro con formazione progressiva dei giovani, riduzione dei tempi e dei costi del processo del lavoro che rappresentano gravi oneri specie per le PMI, promozione di conciliazione ed arbitrato (ddl presentato al Senato).
Un intervento urgente riguarda la promozione dell’occupazione femminile da noi molto più basso degli standard europei, sostenere tale occupazione ha un impatto economico maggiore degli interventi sullo straordinario.
Un’analoga politica promozionale è necessaria per alzare il tasso di occupazione dei lavoratori anziani, over 55, anch’esso troppo basso. Questi interventi sono particolarmente urgenti nel nostro paese che presenta un rapido invecchiamento della popolazione e un basso tasso di natalità e sono necessari per allargare la nostra base occupazionale anche ai fini pensionistici.;
Questo è un progetto che ci è stato illustrato dall’On. Marianna Madia del PD in occasione di una iniziativa a Ragusa relativa al Lavoro. Noi riteniamo che possa essere un ottima soluzione per affrontare uno dei problemi più grandi che affligge il nostro Paese e in modo particolare la nostra Regione.

Il Segretario dei Giovani Democratici di Ragusa
Valentina Spata.

PRIMO TRAGUARDO DEL PD ALL'ARS.. NO AL NUCLEARE

PRIMO TRAGUARDO DEL PD ALL'ARS.. NO AL NUCLEARE

Clamoroso all’Ars, la Sicilia dice no al nucleare


Definirla turbolenta è dir poco. La seduta di ieri dell’Assemblea regionale siciliana ha avuto un andamento così contraddittorio da delineare quello che sarà lo scenario futuro. E soprattutto la prova della nuova alleanza “sulle riforme” e sulle “cose concrete” fra il blocco Mpa-Gruppo Sicilia e il Pd.

Stanotte sono stati approvati all’unanimità dei presenti tre ordini del giorno di rilevante importanza.

Soprattutto il primo: la Sicilia dice No al progetto del ritorno all’energia nucleare promosso dal governo Berlusconi, e si allinea così alle altre 13 regioni italiane che si sono già espresse contro.

Una bomba politica certamente.
L’ordine del giorno approvato era firmato dai deputati del PD Giovanni Barbagallo e Giacomo Di Benedetto,
i quali hanno contemporaneamente depositato

un disegno di legge per il divieto di installazione di centrali nucleari nel nostro territorio.

È stato lo stesso presidente Lombardo ad esprimersi a favore, in pratica accantonando un certo atteggiamento possibilista mostrato nei confronti del governo. Ma il consenso alla mozione serpeggiava già a Sala d’Ercole: pidiellini ed uddiccini manifestavano pure la loro contrarietà al nucleare. Conclusione: unanimità.

Ugualmente sono passati altri due odg: uno che chiede “il ripristino delle condizioni agevolative delle zone franche urbane”, e l’altro “la salvaguardia dei dirigenti scolastici assunti in Sicilia dal 2005”.

Prove pratiche di come questioni importanti pur mantenendo le differenze politiche e di principio. “Non possiamo tornare indietro in una Regione che già esporta energia- scrivono i due deputati pidiini – La nostra Isola è una grande piattaforma per le politiche energetiche”.

Sostanzialmente, la Sicilia dovrà puntare su un piano energetico regionale che punti sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica,

“nell’ottica di una politica energetica basata su tecnologie moderne ed innovative, che garantiscano uno sviluppo sostenibile del sistema economico e produttivo regionale”.

È questo quel che conta della seduta di ieri.

Il Pd incassa e va avanti con la prima vera, concreta vittoria su una decisione a dir poco importante e cruciale come il decisivo rifiuto della Sicilia alla politica energetica del governo Berlusconi e la promozione delle energie rinnovabili.

PD SICILIA

Valentina Spata: Sventato l'Attentato contro l'Europarlamentare del PD Rosario Crocetta, pretendiamo la scorta in Belgio

Valentina Spata: Sventato l'Attentato contro l'Europarlamentare del PD Rosario Crocetta, pretendiamo la scorta in Belgio


Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela, attuale Europarlamentare del PD, era nel mirino delle cosche mafiose. A svelarlo il nuovo collaboratore di giustizia Crocifisso Smorta, fino a ottobre uno dei fedelissimi della famiglia Emmanuello. La mafia aveva deciso da tempo l'attentato al nostro deputato e amico Rosario insieme alla cugina del Gip Giovanbattista Tona, scambiata in realtà per sua sorella (per la somiglianza nonostante non hanno rapporti di parentela). Doveva avvenire questo mese. Insomma una vera e propria condanna a morte che fortunatamente è stata fermata dalla squadra mobile di Caltanissetta e dal commissariato di Gela. Noi Giovani Democratici di Ragusa abbiamo sostenuto in ogni momento, Rosario, insieme ai cittadini siciliani che hanno creduto alla lotta contro la mafia portata avanti dall'europarlamentare. Non possiamo che esprimere la nostra piena solidarietà ed il nostro affetto nei confronti di un uomo che ha dedicato la sua vita alla nostra Sicilia e a tutti noi siciliani, dimostrando ogni giorno che la mafia si può vincere e che tutti insieme possiamo contrastarla. Un uomo che vive ogni giorno, ogni istante sapendo che qualcuno vuole la sua morte ma nonostante tutto non si è mai fermato, determinato ha proseguito il suo percorso ottenendo grandissimi risultati. Un uomo amato dai siciliani, protetto dalle forze dell'ordine ma un uomo lasciato, come tanti altri, solo dallo Stato. Esempi di «incredibile incoerenza» nell'azione dello Stato contro la mafia Rosario Crocetta li ha incontrati nei luoghi più inaspettati: non nella sua Sicilia ma nel Centro e nel Nord del paese. Rosario racconta: «Mi è capitato di revocare gli appalti a ditte mafiose che lavoravano da noi e poi di scoprire che le stesse ditte continuavano ad avere appalti nel Centro-nord. Come quella che stava costruendo il parcheggio sotterraneo della città. Io l'ho cacciata e adesso ha un cantiere nel Settentrione per la costruzione di un'autostrada. Ma la cosa più incredibile mi è capitata quando sono andato a San Casciano, alla Casa del Popolo. Quasi la realizzazione di un sogno per un meridionale come me: presentare il mio libro nella Toscana civile e democratica. Insomma, vado là un giorno d'estate e vengono a chiedermi l'autografo i fratelli di un imprenditore mafioso a cui avevo tolto l'appalto. Poi si scopre che quei due avevano scritto al fratello rimasto in Sicilia un messaggio di questo genere: "Vieni da noi che si lavora bene"». Un uomo che rischia la vita per lottare contro il "malaffare" ed il suo lavoro svanisce nel nulla perchè lo Stato consente le cose più assurde di questo mondo. La lotta alla mafia è un problema di tutto il paese. Per la semplice ragione che il denaro che Cosa Nostra toglie al Sud viene reinvestito al Nord. In questo modo si inquinano le regole del mercato, in questo modo la Sicilia rimane sempre indietro, in questo modo nessuno può parlare di sviluppo perchè non sarà possibile. E chi lotta contro la mafia deve essere tutelato dallo Stato, non bastanpo le lettere, i comunicati e le telefonate di solidarietà, ma c'è bisogno di azioni concrete. Rosario ha bisogno di una scorta consistente ed efficace non solo in Italia ma, visto che è un europarlamentare, deve averla in Belgio e in Francia così come la richiede da tempo. E' quanto afferma il Segretario dei Giovani Democratici di Ragusa, Valentina Spata. Noi Giovani Democratici, chiediamo al nostro partito di farsi portavoce di una richiesta lecita e dovuta di un uomo che si è dimostrato servitore dello Stato e anche del partito stesso. Chiediamo che il Governo Nazionale si mobiliti affinchè in Belgio, Rosario Crocetta, abbia la scorta necessaria per continuare in modo più sereno il suo mandato politico datogli dai suoi elettore e da noi siciliani. Non abbiamo voluto l'elezione di Rosario al Parlamento Europeo, continua Valentina Spata, per mettere ancora più a rischio la sua vita. Continueremo con la nostra battaglia a fianco di Rosario e chiederemo con insistenza di rispettare la dignità di un uomo che vive a disposizione della nostra società. Siamo sicuri della forza e del coraggio che l'ex sindaco continuerà ancora a dimostrare come ha sempre fatto e, nella speranza che le istituzioni si mobilitano, noi contunueremo a sostenerlo.
Con stima e Affetto
Il Segretario dei Giovani Democratici Valentina Spata

27 GENNAIO IN RICORDO DELLA SHOA!!!!

27 GENNAIO IN RICORDO DELLA SHOA!!!!


27 GENNAIO 2010: LA MEMORIA DEL PASSATO.

LA RIFLESSIONE DEL FUTURO


Oggi è il Giorno della Memoria, istituito con la legge n°211 dal Parlamento Italiano e dedicato al ricordo della Shoah, ossia al genocidio degli ebrei compiuto dalla ferocia nazista nell’ambito di quello che storicamente viene definito “olocausto” che riguardò anche omosessuali, comunisti, Rom, testimoni di Geova. Lo scopo è quello di tenere vivo il ricordo di quei tragici avvenimenti, non per un mero esercizio di “tribunalizzazione” della storia, ma per tenere fermi, nelle menti e nei cuori, di quelle generazioni che non hanno vissuto quei tragici episodi e trarne da questo i giusti insegnamenti.

Il testo dell'articolo 1 della legge definisce così le finalità del “Giorno della Memoria” : “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati ”.

Il 27 gennaio il ricordo della Shoah, è celebrato anche da molte altre nazioni, tra cui la Germania e la Gran Bretagna, così come dall'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7[2] del 1° novembre 2005.

Pertanto il 27 Gennaio il mondo ricorda ciò che nel 1945 fu costretto a vedere: l’orrore supermo quando furono aperti i cancelli di Auschwitz, luogo simbolo di quella barbarie.

Rendere omaggio e dallo stesso tempo imparare, perchè è soprattutto l’ ignoranza che spesso consente letture distorte di mistificazione intrise di malafede.

Il Giorno della memoria non può essere solo , quindi, un momento commemorativo, ma bisogna ricordare questo grande orrore ogni giorno affinchè si inizi a combattere ogni singolo atto di violenza

Abbiamo il dovere di non dimenticare e di sensibilizzare i cittadini, e in particolare le nostre generazioni più giovani, a vigilare perché l’uomo non torni ad essere una bestia. Ma ad oggi ci sono tante situazioni nel mondo nelle quali, non avendo i riflettori della cronaca, si consumano genocidi. Anche per queste persone vada nel “Giorno della Memoria” il nostro pensiero.

Ma noi, Giovani Democratici, pensiamo che l’orrore del passato non possa rimanere sepolto nei libri di scuola poiché la lotta contro la follia razzista e antisemita non è ancora vinta.

Facciamo ancora più fatica a far comprendere che, se non vogliamo che la memoria sia solo contemplazione del passato, vada stabilito e rafforzato il rapporto tra memoria e presente, legato alla comprensione delle intolleranze, violenze, razzismi, autoritarsmi, emarginazioni e prevaricazioni dei diritti umani dei nostri giorni. A tal proposito, pensiamo che oltre a ricordare questa giornata dovremmo prima di tutto analizzare ciò che oggi accade nel nostro paese. Si parla tanto di questa giornata e nessuno mette alla luce la contraddizione tra l’intensificazione delle presenze in luoghi della memoria dello sterminio ebraico di esponenti della destra e le cento occasioni di comportamenti intolleranti e razzisti da essi messi in atto nell’attività di Governo (schedatura con impronte digitali per gli zingari, classi differenziali per immigrati, cauzioni e fideiussioni per i permessi di soggiorno, carcere per i clandestini, non ultimi gli episodi di Rosarno in cui molti extracomunitari sono stati anche picchiati dalle forze dell’ordine).
Ma facendo una analisi ancora più complessa vediamo che tutto ciò si ripercuote anche sul piano culturale in quanto assistiamo ad una sterilizzazione del razzismo e dello sterminio poiché non si fa altro che parlare del più tragico del fenomeno ma, non si parla di ciò che la ricerca storica, sociale e antropologica hanno messo in chiaro in maniera quasi definitiva. Cioè che il legame tra violenza e razzismo è stato coessenziale all’esistenza del nazifascismo in Europa: la Shoah non ci sarebbe stata senza di esso ed il nazifascismo non sarebbe esistito come tale senza la crescita esponenziale di violenza praticata ed istituzionalizzata, al culmine della quale c’è la Shoah. Lo sterminio degli ebrei è il delitto contro l’umanità più abietto e più tragico. Programmazione, organizzazione e pratica della eliminazione fisica-biologica di un popolo si è accompagnato alla pratica di eliminazione fisica sistematica di tutti coloro che erano d’intralcio al “Nuovo ordine europeo” del nazismo: avversari politici interni (prime vittime pianificate di campi di sterminio), menomati fisici e psichici, omosessuali, zingari, testimoni di Geova, prigionieri militari sovietici, ecc.

Senza tralasciare anche il tentativo di eliminazione e distruzione del carattere nazionale di un popolo (i polacchi) e l’obiettivo di riduzione in condizioni di “minore umanità” (cioè schiavitù) degli slavi. Se vogliamo, possiamo aggiungere la pratica sistematica dell’uccisione di massa al di fuori delle azioni militari, cioè le innumerevoli stragi di dimensioni variabili, molto spesso non slegate da quel “diritto di rappresaglia”, delle quali anche l’Italia fece esperienza profondamente dolorosa (come a Mascalucia, in Sicilia, quando i nazisti erano ancora alleati dell’Italia fascista, a quelle degli ultimi tempi di guerra a ridosso della via per il Brennero).

Definizione significativa di Primo Levi, secondo il quale l’organizzazione e la stratificazione del potere nel Lager non è che la metafora o il modello dell’organizzazione del potere nella società fuori del Lager e Vittorio Emanuele Giuntella (storico, che ne aveva fatto l’esperienza diretta come internato militare) già nel 1978, in un libro su “Il nazismo e i Lager” )oggi ripubblicato da Studium) aveva tracciato le linee fondamentali del rapporto tra il Lager e sistema di potere nazista.

Non dire queste cose e non farle comprendere alle nuove generazioni di giovani delle scuole, significa non far comprendere in quale abisso il fascismo italiano, complice del nazismo e suo alleato e sottoposto, avesse fatto precipitare l’Italia e il suo popolo. Significa presentare il fascismo italiano come “totalitarismo da burletta”, che inviava gli oppositori politici in “luoghi di villeggiatura”.

Quando parliamo di Olocausto non possiamo non ricordare che l’uomo ha praticamente distrutto l’esistenza di tantissime persone a cui è stata privata la dignità stessa di essere uomo o donna.

Guardando i film, i video e le testimonianze tutte della Shoah vediamo con i nostri occhi come l’uomo è riuscito ad essere una “bestia” rendendo animali coloro che hanno subito l’orrore solo per essere considerati diversi.

E’ proprio di questo che ci dobbiamo preoccupare, che l’uomo possa ricommettere questi errori anche oggi.

Il giorno della memoria deve far crescere una vera coscienza pubblica, altrimenti non ha senso ricordarlo e commemorarlo.

Il “motto” di Primo Levi, ad esempio, implica una critica dell’ unicità esclusiva: “ è successo, dunque può di nuovo succedere”. E infatti, se non adesso per noi, per altri accade. Più che un fatto unico, la Shoà è il culmine di una catena senza fine. Questo è il paesaggio che dobbiamo mostrare, per ribaltare la competizione tra le vittime in solidarietà e reciproco riconoscimento.

Io penso che una parte della destra italiana debba iniziare a misurarsi col razzismo e la xenofobia. Che esiste oggi un uso politico della Shoah che non riesce a dare un significato vero al giorno della sua commemorazione. Combattere, concretamente, ogni forma di violenza, razzismo e ghettizzazione dell’altro. A tal proposito, penso che prima di tutto, l’esempio deve essere dato dalle istituzioni che ci rappresentano e che ci guidano nella convivenza nella nostra società.

Mi riferisco in modo particolare alla Lega-Nord che oggi non fa altro che disprezzare il Meridione cercando in tutti i modi una sua “ghettizzazione”. Sono queste le riflessioni che dobbiamo iniziare a fare proprio per non ripetere gli stessi errori. Dobbiamo iniziare a parlare concretamente di ciò che potrebbe ripetersi, anche se in modo differente, di errori che possono diventare orrori. E l’esempio deve partire proprio da chi guida un paese e da chi dovrebbe diffondere nel modo giusto una coscienza pubblica necessaria alla buona convivenza.

Riflettere sulla Shoah per noi, Giovani Democratici, vuol dire emanciparsi da un discorso che si limita a descrivere gli orrori che sono accaduti tanti anni fa. Significa prevenire attraverso comportamenti antirazzisti. Significa attuare delle politiche che possano diffondere la cultura del vivere civilmente in una società. Ma vuol dire anche diffondere la cultura del rispetto per i diversi e dei diritti di cui godono tutti gli uomini.

Perché nessuno possa mai più domandarsi, un giorno, di se stesso, “Se questo è un uomo”.

Il responsabile Politiche Sociali Gd Sicilia

Valentina Spata

IL LAVORO E L’INCERTEZZA DELLE NUOVE GENERAZIONI.

IL LAVORO E L’INCERTEZZA DELLE NUOVE GENERAZIONI.


La sfida per noi è quella di tutte le Organizzazioni sociali: saper interpretare il futuro, dare voce, ma anche guida e rappresentanza, alla nostra gente dentro alle tante incertezze del presente.
Il lavoro è il paradigma del cambiamento, il crocevia delle trasformazioni sociali, è dentro al lavoro che intravediamo gli effetti più rilevanti della globalizzazione che ormai ha avvolto l’intero mondo.
La precarietà, l’insicurezza, la mobilità, il tramonto del posto fisso a tempo indeterminato, la mancanza di tutele, il basso livello retributivo: sono tutti attributi dei tanti lavori che sono specchio della globalizzazione e che l’economia postfordista dell’innovazione tecnologica rende obsoleti con una rapidità inedita.
Noi giovani democratici ci preoccupiamo del lavoro che manca e che si cerca invano, di quello che si perde senza speranza diventando troppo spesso dramma umano e familiare, di quello che dequalifica, ma soprattutto del lavoro che fa male il cosidetto lavoro FLESSIBILE, che potrebbe rappresentare una risorsa per imprese e lavoratori finisce per diventare, precariato dequalificante capace solo di mortificare un’intera generazione, non permettendo ai giovani di poter tagliare il cordone ombelicale con le proprie famiglie, destabilizzando di fatto la società attuale ma soprattutto non permettendo la stesura di basi solide per la costituzione di una società futura. Centinaia di miglia di giovani dalle imprese private agli studi professionali vivono ogni giorno il dramma di un lavoro instabile e senza tutele, giovani “professionisti” che sotto l’ombra di uno pseudo- lavoro autonomo in realtà svolgono un lavoro senza regole né tutele, ma soprattutto senza la garanzia di una formazione adeguata al tipo di specializzazione professionale per la quale stanno lavorando.
.Le riforme del mercato del lavoro che nel corso degli anni si sono succedute hanno fatto sì che un’intera generazione vivesse senza certezze presenti.

La nostra Regione, Cari amici, è tra le 10 regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Lo dice eurostat, l’ufficio europeo di statistica.
Penso che questi dati sono la testimonianza di una presenza massiccia di clientelismo e corruzione che negli anni hanno contribuito a far crescere un problema che oggi si trasforma in una grande piaga sociale difficilmente controllabile.

Per porre rimedio a fenomeni economici negativi che si sono sviluppati nel campo
occupazionale, i legislatori hanno individuato e promosso nuove forme di partecipazione al
lavoro: … lavoro interinale, lavoro a chiamata, lavoro a progetto, lavoro di collaborazione coordinata continuativa, eccetera … eccetera … eccetera, … i cosiddetti LAVORI ATIPICI.
Nuovi strumenti utili, NELLE INTENZIONI, all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Strumenti legislativi e normativi che avrebbero dovuto creare lavoro ma evidentemente non è così: gli strumenti sono utili solamente “QUANDO … E SE” il lavoro lo si è già creato!
Vediamo infatti, che, nel mondo del lavoro italiano, l'introduzione del lavoro atipico e del principio
della flessibilità non si sono dimostrata:
- né risolutivi della disoccupazione;
- né salvatrici delle aziende.
Sostituendo con lavoratori atipici i lavoratori a tempo indeterminato, più che aver vinto la
disoccupazione, si è creata l’occupazione ad intermittenza!
La flessibilità in Italia non sembra essere un’opportunità, essa è subita, non scelta ...
Il PART- TIME diventa quindi una reale precarizzazione del lavoro.
Ma cosa vuol dire precarizzazione?
1°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione della società.
Per molti giovani la cosiddetta flessibilità è una penosa consuetudine di vita, appena migliore della
disoccupazione: quando va bene vivono continui cambiamenti di datore di lavoro … di regole … di contratto e di orari, quando va male vivono nell’angoscia di una imminente disoccupazione …
2°. La precarizzazione del lavoro è precarizzazione della formazione e della
sicurezza.
Occorre dire su questo, anche supportati dalle ricerche effettuate nelle aziende del nostro
territorio, che la precarizzazione del lavoro determina nelle aziende la quasi totale assenza di una
qualsiasi forma di formazione professionale.
E soprattutto, ed è la cosa più grave, la totale assenza di formazione per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro.
Ci troviamo spesso di fronte a lavoratori “usa e getta”.
3°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione delle aziende.
In questo contesto anche le aziende che fanno largo uso di lavoratori atipici, sono sicuramente delle
aziende precarie, perché i lavoratori che vi operano non si sentono parte
dell’azienda, manca in loro il senso di fedeltà e appartenenza del lavoratore.
Evidentemente in queste aziende non può che venir meno la mancanza di professionalità
con conseguente peggioramento nella qualità del prodotto.
4°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione delle organizzazioni sindacali.
Cosa può offrire il tradizionale sindacato ai precari? … Come può, un sindacato suddiviso per
categorie, rappresentare un lavoratore che oggi si occupa di imballaggi e domani opera nel tessile
piuttosto che nel metalmeccanico?
Senz’altro può dare una collaborazione quotidiana nella verifica degli atteggiamenti dell'azienda,
ma difficilmente può programmare con i lavoratori delle prospettive vere di
evoluzione della proprie posizioni lavorative ed economiche.
Forse occorrerebbe sviluppare parallelamente degli strumenti di concertazione locale intersindacale
e interistituzionale come ad esempio gli osservatori del lavoro che raccordino gli strumenti sindacali
a quelli assistenziali propri degli enti locali.

Nel nostro territorio si sono evolute e sperimentate tutte le nuove forme di partecipazione al lavoro,
così che da infondere in molti dei nostri cittadini, UNA PATOLOGICA INCERTEZZA SUL
PROPRIO FUTURO.

Una delle forme di lavoro atipico che negli ultimi tempi è diventato una moda è quello delle Partite Iva. Ovvero, quando il committente (un professionista, una ditta..) ci chiede, per affidarci del lavoro, di aprire una partita IVA. C’è stato un tempo in cui si parlava molto di loro, del “popolo delle partite Iva”, poi sono come scomparsi. Rigettati nel vuoto. Non sono nemmeno considerati nelle schiere dei precari.
Comunque questo tipo ti lavoro è senza dubbio un lavoro a rischio. Le conseguenze possono essere spaventose, se l’operazione non viene affrontata con la necessaria informazione e con l’assistenza di un commercialista o di un’associazione sindacale di categoria (artigiani, commercianti).
Chi apre la PARTITA IVA, infatti, diventa un professionista o un imprenditore a tutti gli effetti (fiscali, assicurativi, normativi): le leggi che deve rispettare, da quel momento in poi, sono un’infinità, ed in continua evoluzione. Inoltre, bisogna mettere in chiaro cosa vuol dire essere dipendente di una ditta ma aprire la partita Iva.
Se una ditta ci offre un lavoro ma ci “obbliga” (perché dobbiamo considerare che molti giovani accettano il lavoro per mancanza dello stesso, quindi ad un certo punto diventa un’obbligazione) ad aprire una partita iva vuol dire che sullo stipendio lordo che viene dato al lavoratore bisogna togliere il 20% dell’iva che deve essere versata allo Stato. A questo punto, spesso il datore di lavoro (la ditta committente o il singolo) ci dicono spesso che possiamo detrarre le spese che abbiamo sostenuto durante l’anno e questo è vero ma si tratta solo di spese inerenti all’attività che vogliamo e non di tutte le spese che facciamo e cerchiamo di considerare al fine di pagare meno tasse. Quindi a fine anno spesso molti giovani lavoratori si ritrovano ad avere uno stipendio basso (stipendio che non si aspettavano) e tanto lavoro svolto con un enorme sforzo e sacrificio.
Inoltre, c’è da dire che le tutele di questi lavoratori sono del tutto inesistenti. Ad esempio se il datore di lavoro decide di licenziare il lavoratore, può farlo tranquillamente visto che il singolo lavoratore risulta autonomo e di conseguenza dopo aver perso il lavoro si ritrova con la partita iva aperta.
Questo tipo di lavoro porta all’innescarsi di fenomeni di opportunismo contrattuale da parte dei datori di lavoro e confonde i ruoli e la posizione di questi lavoratori atipici. Non dobbiamo confondere un lavoratore con partita iva subordinato ad una ditta con un lavoratore autonomo. Questi ultimi sono lavoratori professionisti dotati di un loro potere di mercato incorporato nel proprio bagaglio di competenze professionali e non hanno nessuna dipendenza nei confronti di qualcuno a differenza dei lavoratori con p.iva e subordinati che hanno molte caratteristiche della subordinazione (scarsa autonomia, subordinazione gerarchica, dipendenza economica) senza che queste rientrino sotto la legislazione del lavoro subordinato e sotto i vincoli che la norma imporrebbe.
Queste figure di professionisti solo di nome, ma che di fatto svolgono un lavoro subordinato portano con sé importanti implicazioni anche a livello sociale.
Ritengo che in una realtà come quella italiana in cui i diritti sociali degli individui derivano direttamente dalla posizione lavorativa che si ricopre, queste occupazioni che procurano minor salario e più rischi di precarietà non ipotecano solo il destino attuale degli individui, ma anche quello futuro perché significherà minor contributi per le pensioni, minor possibilità di accesso a forme di previdenze sociali come sussidi o redistribuzioni. Per questo motivo questi contratti diventano una “seconda scelta”, da accettare solo dopo aver vagliato tutte le altre possibilità. E così sempre più spesso sono gli individui dotati di minori risorse quelli che rimangono bloccati nella spirale di questi lavori.
Il Consiglio che noi Giovani Democratici vogliamo dare ai tanti giovani che pur di lavorare sono disposti ad accettare un lavoro subordinato con apertura della partita Iva è quello di aspettare e valutare il giro d’affari affinchè si possa avere una idea chiara del tipo di lavoro e del guadagno recepito, per poi eventualmente aprire la partita iva. In ogni caso è necessario e opportuno consultare un consulente del lavoro e le associazioni sindacali per avere migliori consigli.
In “questo” mondo delle partite Iva abbiamo la monocommittenza, gli orari di lavoro, il vincolo di subordinazione, tutti gli istituti di un rapporto di lavoro dipendente. Questi sono gli effetti di un ripugnante sistema duale, dove il rapporto rischio-rendimento è rovesciato: a maggiore rischio (la precarietà) corrisponde un rendimento (la retribuzione) risibile, e nessuna protezione di welfare, o protezioni più formali che sostanziali. Questa è la negazione del mercato, ed il trionfo di una forma moderna di schiavismo. Questi istituti contrattuali non possono chiamarsi lavoro flessibile, è bene sottolinearlo.
Il nostro auspicio è che questa classe politica insieme ad i Sindacati (che devono tutelare tutte le categorie di lavoratori) iniziano ad interessarsi di questo reale problema che rende ancora più incerto il futuro delle nuove generazioni. La precarietà non si contrasta né con il lavoro atipico, né con il lavoro subordinato con partita iva, ma con dei progetti a lungo raggio che permettono ai giovani una sicurezza e una stabilità necessaria per una prospettiva futura.
Un progetto che ribadisce la necessità di rendere più conveniente il lavoro a tempo indeterminato rispetto a quello a termine e prevede misure per rimuovere ostacoli che bloccano la propensione delle imprese ad assumere a tempo indeterminato: allungamento del periodo di prova (per facilitare il test reciproco di gradimento fra impresa e lavoratori), uso modulato del contratto di apprendistato per permettere un ingresso graduale al lavoro con formazione progressiva dei giovani, riduzione dei tempi e dei costi del processo del lavoro che rappresentano gravi oneri specie per le PMI, promozione di conciliazione ed arbitrato (ddl presentato al Senato).
Un intervento urgente riguarda la promozione dell’occupazione femminile da noi molto più basso degli standard europei, sostenere tale occupazione ha un impatto economico maggiore degli interventi sullo straordinario.
Un’analoga politica promozionale è necessaria per alzare il tasso di occupazione dei lavoratori anziani, over 55, anch’esso troppo basso. Questi interventi sono particolarmente urgenti nel nostro paese che presenta un rapido invecchiamento della popolazione e un basso tasso di natalità e sono necessari per allargare la nostra base occupazionale anche ai fini pensionistici.;
Questo è un progetto che ci è stato illustrato dall’On. Marianna Madia del PD in occasione di una iniziativa a Ragusa relativa al Lavoro. Noi riteniamo che possa essere un ottima soluzione per affrontare uno dei problemi più grandi che affligge il nostro Paese e in modo particolare la nostra Regione.

Il Segretario dei Giovani Democratici di Ragusa
Valentina Spata.

BASTA CON LE LEGGI VERGOGNA. "LEGITTIMO IMPEDIMENTO" STO CXXXX

BASTA CON LE LEGGI VERGOGNA. "LEGITTIMO IMPEDIMENTO" STO CXXXX


Basta con le leggi vergogna. Vogliamo un Paese Democratico!!!!

Approvata oggi alla Camera il ddl sul legittimo impedimento.

Un altro attacco al principio costituzionale che sancisce “la legge è uguale per tutti” (art. 3 Cost.).

Questa legge, approvata oggi alla camera che approderà domani al Senato, salva il premier Silvio Berlusconi, e i suoi ministri dai processi per 18 mesi in attesa che il lodo Alfano venga presentato per via costituzionale.

Silvio Berlusconi, indagato su strani rapporti con società svizzere, traffico di droga, falsa testimonianza, tangenti alla GdF, imputato al processo per All Iberian, per finanziamento illecito al PSI, e falso in bilancio aggravato, al processo Medusa cinematografica, Lodo Mondadori, Processo SME, Spartizione pubblicitaria Rai-Finivest, Tangenti sulle pay-tv, Stragi del 1992-1993 dove morirono anche i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, concorso esterno in associazione mafiosa, diffamazione aggravata a uso del mezzo televisivo, Caso Saccà etc, potrà dichiarare il legittimo impedimento.

Cosa vuol dire legittimo impedimento?

Durante il processo, il giudice rinvia l'udienza in presenza dilegittimo impedimento ogni volta che sia richiesto dalla parte. Il rinvio puo' essere automaticamente di sei mesi qualora la presidenza del Consiglio attesti che l'impedimento e' continuativo.
Legittimo impedimento:
-Per il presidente del Consiglio costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze il concomitante esercizio di una o piu' attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti, delle relative attivita' preparatorie e consequenziali, nonche' di ogni attivita' comunque coessenziale alle funzioni di governo.

-Per i ministri costituisce legittimo impedimento l'esercizio delle attivita' previste
dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonche' di ogni attivita' comunque coessenziale alle funzioni di governo.

Prescrizione: Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio dell'udienza. –

Vigenza della legge: Le norme si applicano fino all'entrata in vigore della legge costituzionale recante la disciplina organica delle prerogative del presidente del Consiglio e dei ministri, nonche' delle modalita' di partecipazione degli stessi ai processi penali e comunque non oltre diciotto mesi.

Una legge approvata con 316 voti a favore, 239 contrari, e 40 astensioni. I deputati presenti erano 595, quelli votanti 555. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. Hanno votato sì Pdl, Lega, Mpa, Noi Sud e Pri; i no sono giunti dal Pd, dall'Idv e dall'Api, mentre le astensioni sono venute da Udc, Svp e Ld. I franchi tiratori, all'interno della maggioranza, sarebbero stati quattro.

Ci chiediamo come l’Udc abbia potuto astenersi, dopo che Casini ha dichiarato più volte che non era d’accordo alle leggi ad –personam.

Una vergogna per tutto il Paese. È assurdo che dentro la Camera si discuta sull’ennesima legge di regime, quando fuori centinaia di operai sardi dell’Alcoa manifestano per un altro diritto spezzato, quello al lavoro. Quando nello stabilimento della Fiat di termini imerese 2000 persone rimarranno senza posto di lavoro. Quando in Italia ci sono 1 milione di persone disoccupate. Quando in Italia le famiglie non arrivano alla seconda settimana del mese? Quando in Italia c’è una differenza tra il nord e il sud dell’isola? Quando in italia sale il tasso di povertà. Quando in Italia non esiste più la Giustizia? Quando in Italia tra poco ci privatizzano anche l’aria che respiriamo?

Il Governo da mesi non fa altro che pensare a risolvere il problema “Giustizia-Berlusconi”, dal Lodo Alfano, al Processo Breve all’ultima trovata del “Legittimo Impedimento” e chi pensa ai problemi reali del Paese? Gli altri paesi hanno varato pacchetti anti-crisi e noi stiamo ancora a parlare di aria fritta?

Ed è ancora più assurdo pensare che i pluri indagati ministri e deputati se ne freghino della situazione del Paese, dei cittadini, gli stessi cittadini che li hanno eletti nella speranza che le cose migliorassino. Assistiamo ogni giorno ad un teatrino che non vogliamo più guardare!!! Solo chiacchere !!!

Adesso diciamo Basta..adesso vogliamo che in questo paese cambi qualcosa. Vogliamo che i giovani possiamo avere la speranza di un futuro, quel futuro che tanto abbiamo sognato ma che oggi vediamo sfumare nell’incertezza totale a causa dell’incapacità di questo governo e di questa politica ormai satura.

Vogliamo una scuola, una università all’altezza delle nostre aspettative e del nostro futuro.

Vogliamo che il nostro paese diventi competitivo e innovativo rispetto al welfare, alle infrastrutture, all’ambiente e al turismo.

Vogliamo che nel nostro paese le regioni del Sud siano considerate non come portatrici di consenso ma come motivo di sviluppo e crescita.

Vogliamo che la Giustizia sia garantita per tutti, che tutti di fronte alla legge siamo giudicati allo stesso modo.

Quanto ancora si dovrà aspettare prima che il popolo insorga? Quante bugie dobbiamo ancora ascoltare?

Quante buffonate ancora dobbiamo subire?

Noi non ci stiamo a queste condizioni!!! Vogliamo un paese democratico!!!

Valentina Gulino

Valentina Spata