mercoledì 22 aprile 2009

DOCUMENTO QUESTIONE ENERGETICA

Commissione Ambiente ed Agricoltura Ragusa



Uno degli aspetti delle politiche ambientali che noi giovani democratici abbiamo voluto approfondire riguarda la questione energetica. Considerato che la tematica è diventata una vera e propria emergenza di carattere globale con probabili conseguenze sulla convivenza tra i popoli, ci sembra opportuno esporre le nostre considerazioni in merito per dare un contributo alla discussione.
Riteniamo fondamentale, innanzitutto, sottolineare l’importanza delle “democraticizzazione dell’energia” prendendo spunto dalle parole del noto economista Jeremy Rifkyn “ piuttosto che una centrale da un megawatt è meglio realizzare mille case in grado di produrre un kilowatt ciascuna”. Il principio guida è legato al modello democratico di “rete energetica”, in cui nessuno controlla e monopolizza il fabbisogno energetico, come in un grande ambiente internet dove ciascun utente fornisce il proprio contributo e riceve quello degli altri superando la vecchia logica “produttore – consumatore”. Per implementare tale modello le ipotesi di realizzazione di nuove centrali nucleari ci appare quantomeno assurda e anacronistica, soprattutto in relazione al contesto siciliano, per i seguenti motivi:

impossibilità, nel medio termine, di gestire le scorie, investendo del problema soprattutto le generazioni future

necessità di ingenti quantitativi di acqua per gli impianti di raffreddamento (la Francia impiega oltre il 50% delle riserve nazionali di acqua dolce)

eccessiva concentrazione nel tempo e nello spazio di investimenti che possono attrarre gli appetiti della criminalità organizzata, invece di privilegiare l’erogazione di contributi capillari a famiglie e piccole e medie imprese (incentivi per il micro-eolico- fotovoltaico- solare termico – biomasse) in accordo col principio del microcredito ispirato dal premio nobel Muhammad Yunus


eccessivo lasso di tempo per l’ammortizzazione dei nuovi impianti soprattutto in relazione ai costi di realizzazione, manutenzione e smantellamento.

Il costo di produzione al kW rimane ancora elevato (6,7 centesimi contri i 4,2 del petrolio e i 3,8 del gas)


mancata occasione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica circa le tematiche del risparmio energetico che, con pochi piccoli accorgimenti, permetterebbe di evitare la costruzione di nuove centrali. Si può risparmiare energia riprogettando con più criterio diverse attività economiche umane come ad esempio quella edilizia, agricola o industriale in generale con conseguente aumento della richiesta di nuove professionalità, di alto profilo, che servirebbero soprattutto al sud (Energy manager, bio- architetti etc…)



rimane ancora parzialmente irrisolto il tema sicurezza, soprattutto in relazione a piccoli incidenti di portata locale (vedi casi recenti in Giappone o Francia) piuttosto che a grandi eventi accaduti in passato, difficilmente ripetibili. Non è pertanto vero che se accadesse un incidente in Francia o in Germania subiremmo lo stesso le conseguenze, perché gli incidenti (piccoli) ci sono già ora e interessano le località di installazione dei siti.

le nostre riserve nazionali di uranio si esaurirebbero in un anno per la gestione di una sola centrale nucleare (saremmo quindi dipendenti dagli altri paesi per l’importazione), e anche le riserve mondiali di uranio stanno per terminare.(destinato a scarseggiare entro il 2050)

per tutti questi aspetti riteniamo che la soluzione energetica delineata dal nostro governo sia improponibile, considerato l’ampio spettro di alternative quali eolico, biomasse, fotovoltaico, geotermico sulle quali il lavoro di ricerca e sviluppo procede rapidamente e che, prese singolarmente non rappresentano la soluzione, ma che integrate in un sistema di rete e abbinate alla rivoluzione culturale rappresentata dal risparmio energetico costituiscono la reale soluzione.




Responsabili Commissione Ambiente
Andrea Caruso
Lorenzo Corallo

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