martedì 21 aprile 2009

MOZIONE A SOSTEGNO DELLA CANDIDATURA DI VALENTINA SPATA


Care democratiche e cari democratici,

dalle primarie del 21 novembre 2008 è cominciato il percorso che porterà a breve alla strutturazione in tutta Italia del movimento dei Giovani Democratici. Un percorso che ha l'ambizione di raccogliere tutte le forze di centinaia di migliaia di giovani che, in tutta Italia, hanno deciso di spendere il proprio entusiasmo, le proprie forze e competenze dietro a questo grande progetto.
Le primarie del 21 novembre hanno visto la partecipazione di centinaia di giovani fra i 14 ed i 29 anni. Un segnale non trascurabile nel segno di una domanda di coinvolgimento, e desiderio di rappresentanza democratica e politica, che l’organizzazione ha il dovere di intercettare e guidare, e, a cui il Partito deve guardare con estrema attenzione.
In questo giorno, che ricordiamo, il carro dei vincitori è stato abbastanza grande da riuscire ad ospitare Democrazia, Passione e Partecipazione. Di questo giorno rimarranno le sensazioni e le mille irripetibili immagini, la grandissima affluenza che appunto è stata ospite speciale dell’evento così come la volontà di aderire ad un progetto entusiasmante.
La costituzione dei Giovani Democratici in provincia di Ragusa rappresenta una tappa fondamentale nel processo di radicamento e consolidamento del Partito Democratico nel territorio.Fatti salvi i principi fondamentali di natura politica e programmatica emersi in seno ai lavori dell’Assemblea Nazionale, e successivamente dell’Assemblea Regionale dei Giovani Democratici, l’organizzazione nel suo vasto processo di inclusione ed approfondimento, si deve confrontare e rapportare puntualmente alle peculiarità che emergono dalle esigenze di ciascuna realtà. Pertanto i Giovani Democratici di Ragusa hanno sentito l’esigenza di celebrare l’Assemblea cittadina per iniziare a dare una struttura anche all’interno del proprio territorio.
Questa assemblea cittadina deve essere il luogo “principe” deputato alla costruzione di una rete di sostegno e di comunicazione politica tra tutto il Paese che ci renda più consapevoli della grandezza degli obiettivi da raggiungere e ci guidi anche nel percorso per raggiungerli.
Uno dei concetti fondamentali che e’ stato messo in luce, durante i processi costitutivi, è quello dell’indipendenza della giovanile dal PD “dei grandi”: infatti se da un lato ci deve essere una stretta collaborazione ed una condivisione sostanziale di principi e degli obiettivi, dall’altro noi, certo non possiamo essere dei burattini senza avere una propria identità: la giovanile dovrà avere un ampio margine di indipendenza nell’azione politica che vorrà intraprendere (appunto PER i giovani e soprattutto CON i giovani).
Uno dei compiti principali che noi Giovani Democratici abbiamo è quello di creare l’apparato dell’organizzazione giovanile e ragionare su dei contenuti politici da sviluppare,specie nella nostra regione, che più di altre realtà vive problemi di occupazione,lavoro e criminalità,senza toccare il tasto dell’istruzione,che nonostante l’alto livello qualitativo,per mancanza di risorse vede diversi nostri giovani emigrare verso il nord del paese,e altrettanti abbandonare gli studi.
Il mio auspicio è che il movimento giovanile del Pd sia autonomo e indipendente da logiche correntizie perché, noi giovani democratici,non abbiamo bisogno di nessun padrone, vogliamo dare delle risposte concrete a quel pezzo di società civile che pur non identificandosi propriamente nel Pd crede nel messaggio lanciato da questa grande forza riformista e democratica, perché noi giovani democratici non possiamo disperdere tutti quei fermenti democratici e spontanei che si sono spesi per manifestare il loro dissenso nei confronti del lodo Alfano o della riforma del sistema universitario, della riforma Gelmini, del decreto sicurezza, o tutti quei ragazzi che sono stati nei gazebo durante le elezioni primarie.
Abbiamo tuttavia bisogno degli strumenti per poter agire, per poter creare una forza politica seria:ritengo perciò fondamentale che chi oggi rappresenta il partito nei vari livelli nazionali, regionali e provinciali ci debba supportare al meglio mettendoci nelle condizioni di poter crescere e formarci per diventare noi domani,la nuova classe dirigente.
Abbiamo creduto e crediamo in questo partito e vogliamo lavorare per un Partito aperto e plurale che dia spazi e opportunità a chi oggi si vuole spendere per una società migliore,dove a prevalere sia la meritocrazia e il valore di ognuno di noi.
Il nostro obiettivo è la credibilità. Vogliamo essere liberi e autonomi, vogliamo essere presenti nella società e protagonisti nelle idee.
Vogliamo rendere i giovani protagonisti della storia.
Immagino un movimento giovanile in cui sia possibile confrontarsi sui temi attuali, dove sia possibile parlare con la gente e ci si possa formare. Una 'giovanile' che sia spirito di squadra che abbia proposte concrete per contribuire all'amministrazione della nostra città e cambiare il nostro Paese.
Con questa prima assemblea dei giovani democratici di Ragusa si è di fatto aperta la storia di quello che a mio avviso si prospetta essere l’organizzazione giovanile più forte e organizzata nella nostra città, la fucina della nuova classe dirigente, il laboratorio delle istanze e delle esigenze delle nuove generazioni.
Il nostro compito, cari democratici, dovrà essere quello di valorizzare le istanze delle persone che rappresentiamo, portare le nostre idee ad atti concreti, questi sono gli obiettivi che solo una politica alta, fatta di passione e professionalità può aspirare. La Società in cui vorremmo vivere è una società senza corruzione, meno evasione e quindi più giustizia sociale e una maggiore redistribuzione delle ricchezze, una società con al centro la tutela dell'ambiente e un potenziamento della qualità dell'Istruzione pubblica.

La politica è dei giovani non è un semplice proposito ma è quello che ci chiede il popolo, il cittadino.
È un sentimento forte, ed è reazione alla disaffezione per la politica che è conseguenza dello stallo
del potere decisionale ed innovatore. Impossibile non accorgersene!
E chi rifiuta il rinnovamento generazionale della politica, rifiutando dopo anni di attività istituzionale, di mettersi da parte in favore di nuove leve, nega che la politica
sia un processo in divenire, qualcosa che deve evolversi come evolve la società. Inaccettabile è pensare che una persona, fosse anche di qualità eccezionali, possa impersonificare e rappresentare ad vitam le necessità e le questioni di un Paese.
Oggi, vedo un’idea di politica più simile a quella dei Greci e dei Romani che aperta alle esigenze dei moderni.
Le società antiche erano società per certi versi immutabili, con limitatissima mobilità sociale, che garantivano gli interessi di aristocrazie od oligarchie. Di fronte a repentini cambiamenti storici o sociali, reagivano con l’aggressione o, quando non reggevano l’impatto, con la decadenza.
Queste società erano logicamente guidate e governate dai potenti che, in forza della loro esperienza, assicuravano la continuità e la stabilità dello status quo.
Oggi il mondo cambia con velocità inimmaginabili, “rivoluzioni” in ogni campo affossano in tempi brevi scoperte e certezze poco prima date per assodate. L’espansione delle tecnologie digitali ed informatiche ha messo in campo variabili inaspettate ed imprevedibili, che difficilmente potranno essere affrontate senza una continua analisi della realtà e dei suoi cambiamenti.
Ciò significa che di fronte a questi cambiamenti e’ necessario un forte e periodico ricambio generazionale all’interno dei gruppi dirigenti, per mantenere nella politica quella freschezza e quell’attualità che possono essere degnamente testimoniate solo da chi quotidianamente le vive.
Non si tratta, guardate, di una “guerra ai vecchi”: si tratta solo di riconoscere legittimità ad una generazione fino a adesso sottostimata. Ed e’ però una legittimità che dobbiamo guadagnarci, che dobbiamo dimostrare nei fatti e nelle idee, nei contributi. Alla porta potrà anche essere tolto il giro di chiave: ma siamo noi che dovremo avere il coraggio, e la forza, di aprirla.
E’ qui l’esigenza di un Movimento Giovanile. In questi mesi ho avuto modo di confrontarmi con diverse opinioni, sul destino dei giovani all’interno del Partito Democratico e sulla necessità o meno della Giovanile.
Vi dirò che condivido l’idea di chi pensa che il PD debba, nella sua struttura, dare spazio ai contributi di noi giovani. Condivido il fatto che una giovanile non si riduca ad essere una propaggine-serraglio, un’anticamera in cui si è chiusi e si aspetta che qualcuno dia udienza.
Una Giovanile deve poter contribuire agli indirizzi ed alle politiche del Partito, in autonomia e per questo con forza ed autorevolezza.
Un’organizzazione pienamente coinvolta nella struttura del Partito, che possa però discutere e decidere con l’orecchio teso alle voci dei propri coetanei, delle precarie e dei precari, degli studenti e delle studentesse, dei giovani lavoratori e lavoratici. Che possa proporre la propria visione di mondo sviluppandola alla pari.
Penso che la gente si stia accorgendo di quanto nuovo stiamo introducendo e di quante iniezioni di rinnovamento abbiamo già introdotto.
Per il movimento giovanile, che incomincia ora la sua fondazione, sarà però opportuno riuscire a comunicare che c’è e ci sarà, e fare quanto possibile per affermarlo alla cittadinanza, ai giovani come noi che a differenza nostra sono i più sfiduciati e disillusi.
Non diamo adito al populismo becero di sedurre queste ragazze e questi ragazzi con facili slogan e promesse da marinaio: facciamogli capire che un’alternativa c’è, che “politica del fare” è politica per il bene comune, non strumento di affermazione del potere.
Torniamo quindi a parlare di scuola, di università, di lavoro, di cultura, di ambiente e di opportunità. Riportiamo i grandi temi sociali sul tavolo della discussione, dopo che le difficili
condizioni economiche hanno trasformato il dibattito sui saperi in un qualcosa di come accessorio,
sottoposto alle urgenze dei vincoli di bilancio.

Scuola ed università innanzitutto.
La politica deve rimettere al centro il sapere ed il sapere deve
smettere di ostracizzare la politica.
Nelle scuole, la politica è tabù perché è pensata come interesse di parte. Nel tentativo di fare delle
scuole un luogo neutrale, le si è fatte diventare un luogo neutralizzato, dove la realtà e l’attualità
sembrano vivere solo all’esterno, dove la discussione ed il dibattito, quello politico, ovvero, secondo l’antica definizione scolastica, quello che attiene all’ “arte di governare le società”, è bandito, non trova cittadinanza se non nelle lezioni dei docenti più ispirati.
Negli obiettivi di un Paese la formazione dell’individuo, nel suo lato umano e civico prima che professionale, deve essere prioritaria.
Scuola ed università non sono servizi, sono il motore formativo ed intellettuale della nazione.
Il percorso scolastico e poi universitario non dev’essere una fra le tante opzioni possibili, ma deve essere un’opportunità per un futuro migliore. Studiare dev’essere un’opportunità, non un privilegio.

UNIVERSITA’
Negli ultimi decenni, cari amici, quasi tutti i governi, di qualsiasi colore politico, hanno fatto progetti o disegni di legge di riforma dell’università.
Per riformare l’università è necessario prima di tutto decidere qual è il suo ruolo all’interno della
società, in modo da mettere in campo idee innovative che abbiano come scopo quello di soddisfare
le tre parole d’ordine, merito, eccellenza, internazionalizzazione, che credo debbano
rappresentare la nostra Università.
Il primo obiettivo, da cui bisogna partire, è quello della formazione, ovvero della creazione di
competenze adeguate ai bisogni di una società. Per fare questo è necessario che l’Università sia
prima di tutto aperta all’accesso, senza discriminazioni (economiche), in modo che tutti abbiamo le
stesse possibilità di “partenza”, ma che diventi via via selettiva in base al merito e alle capacità L’università deve diventare un luogo d’eccellenza, un luogo dove nasce l’Italia del domani.
L’università deve inoltre favorire l’internazionalizzazione degli studi, attraverso lo scambio di
studenti e professori per fare in modo che la conoscenza diventi universale, per fare in modo che i
giovani possano arricchire le proprie competenze e le proprie attitudini a lavorare in contesti multi
culturali. Questo dovrebbe partire prima di tutto dall’incentivare maggiormente gli studenti alla
partecipazione al programma “Erasmus” (programma finanziato dall’UE che permette di svolgere
parte del percorso formativo presso un’università europea), e al programma “Overseas”
(programma finanziato dall’Università di Bologna che permette di fare un’esperienza di studio negli
altri continenti) .
L’università deve rendere inoltre obbligatorio il ricambio (non solo generazione) dei docenti,
premiando i migliori (anche attraverso incentivi economici) e penalizzando i “peggiori”. Tutto
questo attraverso la valutazione della didattica, facendo in modo che gli indicatori di qualità
abbiamo un ruolo decisivo nel giudizio sul docente.
Il secondo grande obiettivo dell’università è quello di migliorare l’ingresso dei neolaureati in un
mondo del lavoro che oggi più che mai no n è instabile e precario. Oggi, competenze e saperi sono
aspetti centrali del lavoro e l’università, attraverso un rapporto più stretto e coordinato con il mondo
del lavoro, deve essere in grado di creare una quantità crescente di conoscenze e competenze. Lo
studente inoltre deve essere messo nelle condizioni di poter individuare e scegliere con maggiore
facilità un lavoro che sia espressione del proprio percorso formativo.
Il terzo obiettivo è la ricerca. Il futuro di un paese deriva in gran parte dalla sua capacità di
rigenerarsi, di modernizzarsi. La ricerca è il motore dello sviluppo del nostro Paese. Crediamo
quindi che si debba ridare dignità e creare una nuova leva di giovani ricercatori; crediamo che si
debba dare piena autonomia al ricercatore nel suo progetto; crediamo che debba svilupparsi un
sistema di valutazione reale e concreto che premi il merito, come avviene nella maggior parte dei
Paesi europei; crediamo infine che cosi come per l’università, anche per la ricerca ci debba essere
un importante incremento delle risorse pubbliche e private ( anche, ad esempio, attraverso incentivi
e sgravi fiscali alle imprese che finanziano la ricerca).
La nostra città è sede di uno degli Atenei più grandi e prestigiosi d’Europa, e l’Alma Mater
Studiorum contribuisce, attirando e formando centinaia di studenti ogni anno, allo sviluppo
economico e sociale di Bologna. Tuttavia all’Università, che ha sicuramente molte punte di
eccellenza, dalla ricerca all’internazionalizzazione, chiediamo di avere un ruolo attivo all’interno
della città, valorizzando i suoi studenti anche al di là dell’attività didattica che svolgono nelle aule
di facoltà.

E pensiamo bene alla nostra città e alla nostra Provincia. L’università deve essere una grande opportunità per tutti noi e per tutti coloro che non hanno la possibilità di studiare fuori. L’università nella nostra provincia non deve essere solo il “doppione” di quella di Catania e Messina, ma deve fornire una formazione culturale qualitativa.
Per questo, noi Giovani Democratici di Ragusa ci batteremo affinché la realtà universitaria nella nostra provincia divenga qualcosa di importante e di alta qualità attraverso la costituzione del Polo Universitario e della inclusione di facoltà inerenti ai settori di maggiore rilievo come il turismo, l’agricoltura, le lingue, la piccola e media impresa.

SCUOLA
Continuiamo, però a credere che in un’ottica di rappresentanza a 360° della nuova organizzazione
giovanile che sta nascendo, sorge la fondamentale esigenza di rivolgere la dovuta attenzione ed
interesse al variegato e complesso universo degli studenti delle scuole medie superiori.
In un periodo di importanti e frequenti trasformazioni del sistema scolastico e di continui input e
sollecitazioni della società verso i quali i ragazzi si mostrano molto più ricettivi, il Coordinamento
Giovani Democratici di Ragusa si impegnerà al massimo per raccogliere le forze e le energie degli studenti medi che vivono a Ragusa e nei territori della provincia.
Le ragazze e i ragazzi delle scuole medie superiori rappresentano una risorsa importantissima per la
nuova organizzazione giovanile, determinano l'ampiezza del target di riferimento
dell'organizzazione e consentono il ricambio generazionale.
Per questi motivi ci impegneremo non solo a svolgere un capillare lavoro di coinvolgimento e
stimolo dei ragazzi delle superiori, dando loro la possibilità di creare uno spazio per il dibattito e la condivisione, ma data la comprovata permeabilità degli studenti alle forme associative, auspichiamo
nell’immediato futuro anche la creazione di un’associazione (Associazione dei GD) che riesca ad essere portatrice di autentica elaborazione politica a Ragusa.

Abbiamo la volontà di accogliere le istanze dei giovani studenti e di aiutarli nel loro processo formativo cercando di evitare tutti gli ostacoli presenti e persistenti. Soprattutto dopo la Riforma Gelmini, penso che c’è un interesse anche da parte degli studenti stessi a cercare di cambiare questa società che oggi non si rivolge più ai giovani.
Con il decreto Gelmini si ritorna indietro col tempo. -La scuola è una grande istituzione e io non riesco a capire come il Governo Berlusconi, oggi, non riesce a rinunciare ai 400 milioni di euro del referendum, però toglie i fondi alla scuola per fronteggiare la crisi.
La scuola ha bisogno di fondi perché ha bisogno di una vera riforma, innovativa, fondata su pari opportunità e merito. Una scuola moderna a passo con l’evoluzione della società.
Non serve il ritorno al grambiulino o al maestro unico.. Ma servono aule magne, aule di informatica, materie nuove…
Con il maestro unico in una classe di 30 alunni non si favorisce un processo di socializzazione e formazione e non si combatte il fenomeno del bullismo così come sostenne la Gelmini, ma si crea un vero e proprio disagio. Per non parlare del 6 in condotta, vi ricordo che in Sicilia, dopo questa riforma, sono pervenute tante denunce presso gli sportelli degli studenti per l’abuso di potere da parte dei professori a sfavore di chi non è un simpatizzante. E’ questa la scuola che vogliamo? E’ questa la scuola innovativa? Io credo di no!!!!
Noi vogliamo una società dove la cultura non sia calpestata, dove il diritto allo studio sia il diritto di tutti e sia un diritto tutelato dallo Stato. Non dimentichiamoci che il diritto allo studio è un’opportunità per noi giovani, per il nostro futuro!!!
Ma diritto allo studio vuol dire anche diritto di studiare in strutture sicure ed efficienti.

LAVORO
“Il lavoro quale massima espressione della personalità, della creatività,
dell’ingegno umano oltre che espressione della dignità della persona e non solo
forma di sostentamento e sopravvivenza”.

Noi giovani democratici ci preoccupiamo del lavoro che manca e si cerca invano, di quello che si
perde senza speranza diventando troppo spesso dramma umano e familiare, di quello che
dequalifica, ma soprattutto del lavoro che fa male anzi che ammazza.
La flessibilità, che potrebbe rappresentare una risorsa per imprese e lavoratori finisce per diventare, precariato dequalificante capace solo di mortificare un’intera generazione, non permettendo ai giovani di poter tagliare il cordone ombelicale con le proprie famiglie, destabilizzando di fatto la società attuale ma soprattutto non permettendo la stesura di basi solide per la costituzione di una società futura.
Centinaia di miglia di giovani dalle imprese private agli studi professionali vivono ogni giorno il
dramma di un lavoro instabile, dequalificante e senza tutele, giovani “professionisti” che sotto
l’ombra di uno pseudo- lavoro autonomo in realtà svolgono un lavoro senza regole né tutele, ma soprattutto senza la garanzia di una formazione adeguata al tipo di specializzazione professionale per la quale stanno lavorando, con meccanismi dai più ai meno “blindati” per l’accesso alla categoria con esami fasulli capaci solo di disperdere danaro pubblico, senza essere effettiva garanzia delle competenze acquisite dai candidati.
Le riforme del mercato del lavoro che nel corso degli anni si sono succedute hanno fatto sì che
un’intera ge nerazione vivesse senza certezze presenti, ma anche e soprattutto future, un problema
da non sottovalutare e che generazionalmente ci appartiene, anche se può sembrare lontano e di
secondaria importanza è quello legato alle pensioni, non possiamo non considerare il fatto che i
senza diritti di oggi si stanno condannando ad una pensione al disotto della soglia di sopravvivenza
domani.

La nostra Regione, Cari amici, è tra le 10 regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Lo dice eurostat, l’ufficio europeo di statistica.
Penso che questi dati sono la testimonianza di una presenza massiccia di clientelismo e corruzione che negli anni hanno contribuito a far crescere un problema che oggi si trasforma in una grande piaga sociale difficilmente controllabile.
L’approccio al lavoro, oggi, per noi giovani e’ molto difficile.
Parlando di concorsi pubblici si evince che la maggior parte dei bandi presentati nella nostra provincia non sono conosciuti dai nostri cittadini poiche’ c’è poca trasparenza e poca legalita’. I bandi pubblici vengono pubblicati 15 giorni prima e pertanto non vi è la possibilità di venirne a conoscenza, i criteri adottati non si comprendono e l’iter adottato non è chiaro e trasparente. Solamente gli amici degli amici hanno, quindi, la possibilità di partecipare ai concorsi nonostante non abbiano tutti i requisiti necessari.
Ora, noi giovani democratici, non siamo certo né ingenui né sprovveduti, sappiamo bene che i concorsi spesso e volentieri non rispettano i valori dei candidati e i requisiti previsti e quello che vogliamo portare alla luce è la palese ingiustizia, la compravendita dei posti ed il favorire chi ha scarsa o nulla professionalità riuscendo a scavalcare non uno ma numerosi professionisti. Da questo si evince che I concorsi, cari amici, sono purtroppo predeterminati secondo logiche non meritocratiche ma clientelari. Tutto ciò a mio avviso non è il modo idoneo a favorire l’occupazione giovanile e un futuro migliore per la nostra generazione.
Noi, Giovani Democratici di Ragusa, crediamo che Legalità e Giustizia debbano essere alla base di
ogni società democratica.
Lo stesso Principio Costituzionale di Legalità assoggetta i cittadini al rispetto dei valori condivisi
della società, sotto forma di legge. Pertanto lo Stato deve garantire, attraverso forme di controllo dei
territori e nel rispetto dei diritti fondamentali della persona, che la Legalità e la Giustizia vengano
perseguiti da tutti. Questo significa rendere effettivo il Principio di Eguaglianza formale e sostanziale dei cittadini di fronte alla Legge, senza discriminazioni o favoritismi, che avrebbero
come unica conseguenza il discredito dello Stato agli occhi del cittadino.

Ci chiediamo come si può partecipare ad un gran premio anche con il migliore dei piloti, se non si ha una macchina funzionante, in cui i freni frenano, il volante girato a destra sterzi a destra, girato a sinistra sterzi a sinistra. Il tifo dalle tribune serve ma la macchina non corre o si controlla con gli applausi.Cambiare pilota va bene ma, se restano gli stessi, incapaci, meccanici e gommisti di prima, la macchina rimane così e se non è sistemata resta incontrollabile o ferma.Quella macchina è la struttura burocratica della regione e con lei la vasta rete clientelare presente e diffusa nel territorio, quella che va dall'imprenditore edile che chiede una concessione all'assessore per costruire su un'area destinata a verde pubblico, e arriva al disoccupato, legato attraverso la chiamata per il lavoretto di tre mesi l'anno, al "politico-feudatario" locale.
I miei amici, nei loro discorsi, non chiedono necessariamente, o forse nemmeno lo desiderano, lo
stesso lavoro per tutta la vita; chiedono però lavoro emerso, tutelato nella malattia, nell’infortunio,
con contributi pensionistici pagati.

FORMAZIONE PROFESSIONALE
La Sicilia, attraversata da una crisi senza precedenti, non può consentire che un settore importante, come quello della formazione professionale, sfugga ad ogni logica produttiva e alimenti invece sacche di spreco e di clientelismo.“Non esiste alcuna Regione in Italia che impegni quasi 250 milioni di euro per finanziare corsi che, salvo rare eccezioni, sono privi di qualsiasi legame con i fabbisogni formativi delle imprese”.La quantità e la qualità dei corsi di formazione, finanziati dalla Regione, con uno spropositato numero di enti, risultano non solo eccessive, ma soprattutto poco coerenti con le esigenze dell’attuale base produttiva siciliana.
L’assistenzialismo che da anni appesantisce il settore va combattuto con una immediata e coraggiosa riforma. Con un processo virtuoso di riqualificazione che restituisca garanzie e dignità sia agli insegnanti, sia ai tanti giovani che, nella convinzione di frequentare i corsi per poi trovare un lavoro, in realtà usufruiscono di un parcheggio sociale, malamente inteso come antidoto alla disoccupazione.
I GD di Ragusa sono stati presenti alla manifestazione della CGIL e della CISL in piazza Libertà contro l’Assessore Incardona e il governo Siciliano.Non possiamo permetterci di assistere a quanto accaduto.
La formazione professionale oggi è una fonte d’interesse politico e non che non agevola il percorso di formazione degli iscritti e che non soddisfa le esigenze dei dipendenti che vedono calpestati i loro diritti. La formazione professionale è una fonte di guadagno per i dirigenti e una fonte di voti per i politici e noi non siamo d’accordo con questo meccanismo creatosi sin dall’inizio a causa di scarsi controlli e di collusione vera e propria. Noi Giovani Democratici vogliamo giustizia e saremo presenti a sostenere i diritti dei lavoratori della formazione professionale e pretendiamo che il Governo Lombardo possa porre rimedio ad un abuso che lede gli interessi di migliaia di lavoratori nel campo della formazione professionale siciliana auspicandone infine una riforma che si ritiene necessaria ed indispensabile e non piu' rinviabile.
Ma Giustizia è anche giustizia sociale: immaginare una società più equa e giusta è anche pensare una società che non faccia discriminazioni di genere, di razza, di religione, di cultura e di orientamento sessuale. Garantire eguali diritti è il presupposto perché tutti si sentano a pieno titolo cittadini di questo Paese, e siano in questo fieri di esserlo. Ogni discussione, ogni decisione, su questi temi, ed in particolare sulle tematiche ritenute eticamente sensibili, deve partire da questi presupposti,rifuggendo i preconcetti, tentando di essere semplicemente e puramente riformatori.
Il Movimento Giovanile non potrà glissare su questi argomenti, dovrà farli propri all’interno della
propria agenda, affrontarli ed esprimersi. Il dibattito, il confronto, sono sempre positivi.
È Hegel a dirci che la dialettica è fondata sull’opposizione di tesi ed antitesi, che solo in questo
modo si elevano ad una più elevata, e più vera, sintesi.
Nella politica del fare di cui ci facciamo portatori dovremo essere in mezzo alla gente, e
contaminarci con essa. I grandi problemi si affrontano nel quotidiano partendo dalle piccole cose.
Ed è proprio questo quel che dobbiamo fare: avvicinarci alle persone con l’ottica che anche un
piccolo gesto, se è esempio per tutti, può farsi grande.
Noi Giovani Democratici di Ragusa non abbiamo dimenticato di inserire nella nostra agenda politica due grandi temi: quello delle INFRASTRUTTURE E quello AMBIENTALE.

Ma non parliamo solo di infrastrutture scolastiche ma anche di strade che percorriamo sempre nella nostra vita quotidiana. Le strade pericolose mettono a rischio la vita di tutti e noi questo non possiamo permetterlo.
La Ragusa-Catania rimane per noi , ma soprattutto per lo sviluppo della sicilia orientale, ma anche per la sicurezza dei nostri giovani, fondamentale.
Nella nostra città sono tante le strade insicure, non possiamo permetterci il lusso di costruire rotatorie se prima non vengono rese percorribili tutte le strade. Allora noi continueremo la nostra battaglia per far si che ai cittadini sia garantita la loro incolumità.

Per ciò che concerne l’Ambiente, si tratta di un tema che riguarda il nostro futuro e pertanto merita una grande attenzione: il problema dei rifiuti è un problema che, senza politiche lungimiranti, rischia di assillarci in eterno.
La nostra Provincia vive problematiche ambientali e la nostra città a maggior ragione.
Il Sindaco della nostra città, mesi fa, ha fatto partire la raccolta differenziata, ottima cosa direi ma se fatta con criterio e precisione.
Io penso che la raccolta differenziata nella nostra città non sia stata organizzata per bene: la ditta che se ne occupa non ha fatto il suo dovere e l’amministrazione comunale non è riuscita a gestirla.
La raccolta differenziata è il modo migliore per preservare e mantenere le risorse naturali, a vantaggio nostro e delle generazioni future: riusare e riutilizzare i rifiuti, dalla carta alla plastica, contribuisce a restituirci e conservare un ambiente “naturalmente” più ricco.Pero’, a Ragusa, il livello di attenzione e di preoccupazione sull’ ambiente è molto basso, soprattutto sui rifiuti.
Uno dei punti chiave del problema è senza dubbio la mancanza di un’adeguata cultura della differenziazione.inoltre e’ necessario l’adozione a breve da parte dell’amministrazione comunale di contromisure sul piano strutturale-organizzativo per potenziare la raccolta differenziata.Se non c’è una raccolta differenziata efficiente, che permetta di separare all’origine le materie recuperabili, non possiamo parlare di riciclaggio dei rifiuti. Quindi a mio avviso, occorre proporre periodiche campagne di informazione e sensibilizzazione, studiando modalità diversificate che possano raggiungere il maggior numero possibile di cittadini, per far conoscere le modalità della raccolta differenziata e la sua importanza per tutti, stimolando comportamenti di responsabilità e di civiltà.
Sarebbero , inoltre necessari degli incentivi, volti a far sentire la gente parte di un processo positivo. L’idea è semplice, un’idea tra l’altro che ci potrebbe permettere di affrontare la crisi attuale: più materiale si consegna ai punti di raccolta (naturalmente si devono creare dei punti di raccolta) e più si risparmia. Tanto materiale si raccoglie e si smista tanti punti si acquistano. In base ai punti si scala la tassa dei rifiuti, che oggi risulta essere a Ragusa una delle più alte.Riciclare il materiale di scarto aiuta a mantenere la città più pulita, limita i costi per la collettività e dovrebbe consentire anche di diminuire l’importo della tassa sui rifiuti. Per ogni chilogrammo di materiale di scarto (carta, vetro, plastica, scarti vegetali, alluminio, legno) che verrà portato ai centri di raccolta, (posizionati nei vari quartieri della citta’) verrà consegnato uno scontrino con indicato il tipo e il peso del rifiuto conferito. Il “credito” accumulato, a fine anno, verrà detratto dalla tassa sui rifiuti.Oggi manca una politica a medio/lungo termine per la gestione dei rifiuti! Da una parte si spinge in maniera insistente verso il riciclo, ma dall’altra non si riscontrano vantaggi per il cittadino che anzi, negli ultimi anni ha visto crescere la bolletta per i rifiuti in maniera spropositata. Si dovrebbe inoltre sostituire la tassa rifiuti con il sistema della tariffa sui rifiuti, in modo che ogni famiglia e ogni utenza industriale e commerciale paghi soltanto per i rifiuti che effettivamente produce.Nessuno dice che non si dovrebbe pagare, ma probabilmente se si adottasse un piano più incisivo per la raccolta differenziata coinvolgendo i cittadini non solo nella fase “pratica”, ma anche in quella “progettuale”, crediamo che si potrebbe aspirare tranquillamente a livelli di differenziazione senza precedenti.Nella nostra città purtroppo, la raccolta differenziata è stata lanciata tempo fa, non è stata pubblicizzata e spiegata a modo ai cittadini e non viene effettuata seriamente in tutte le zone. Noi Giovani Democratici di Ragusa, pertanto chiediamo all’amministrazione comunale, di organizzare un programma serio ed efficace della raccolta differenziata, di attuare un’ immediata campagna pubblicitaria sul tema in questione e di valutare la nostra proposta riguardo gli incentivi per la diminuzione della tassa dei rifiuti.

Lo stesso vale per le forme di energia: nel momento in cui vediamo il prezzo del petrolio schizzare alle stelle, fortissimo dovrebbe essere il nostro slancio verso forme energetiche sostenibili e rinnovabili. La nostra generazione sarà quella che dovrà metter fine all’epoca del petrolio, per un ambiente più vivibile ma anche per evitare al mondo sanguinosi conflitti per il controllo dell’oro nero.

Care democratiche e cari democratici, le sfide non finiscono qui, abbracciano ogni sfaccettatura della vita umana. Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, avremo modo d’incontrarci, di confrontarci, di portare avanti
insieme una profonda e capillare campagna di radicamento dei Giovani Democratici.
Anche se qui siamo quasi tutti attivisti, già rodati o di nuova leva, la nostra vera prospettiva
dev’essere il coinvolgimento di nuovi nostri coetanei. Abbiamo la forza delle nostre idee e delle
nostre convinzioni, abbiamo la percezione di stare dalla parte giusta.
Per questo è d’obbligo che le cariche ora elette s’impegnino a lavorare e si apprestino a compiere una politica attiva e presente all’interno del nostro territorio.
Siamo qui per risolvere i problemi, affrontandoli senza preconcetti idelogici. Riconosciamo di dover essere responsabili nei confronti della collettività.
Dobbiamo guardare fuori dai recinti, perché noi siamo i giovani italiani che vivono nella società contemporanea. Noi siamo il Pd del 2020, crediamo in un percorso formativo concreto, serio e critico. Siamo per un’elaborazione di idee forti, alternative al centrodestra, coraggiose e in grado di sperimentare linguaggi e forme aggregative nuove. Vogliamo studiare, viaggiare, progettare. Elaborare la globalizzazione e nuovi modelli di sicurezza sociale.Vogliamo politiche sociali in grado di permettere a tutti i giovani, ragazzi e ragazze di poter uscire da casa a 18 anni e di progettare la propria vita in modo libero e indipendente. Vogliamo un linguaggio nuovo, sperimentare un nuovo modo di essere giovani nel Partito Democratico.

La conoscenza, la condizione dei giovani, le politiche per ridare energia, speranza e futuro alle nuove generazioni. La politica spesso non ha saputo riconoscere la centralità di questi temi, e così non è stata in grado di dare ai giovani gli strumenti per "camminare da soli" ed essere autonomi. Invece, per costruire il nostro futuro, abbiamo bisogno di vitalità, di coesione e giustizia sociale, di merito.

Meritiamo il nostro futuro!!!. È il nostro slogan, è un tema cruciale per la nostra città e il nostro paese.

Non interrompiamo questo percorso. Rilanciamo la scommessa. La scommessa di guidare, con i Giovani Democratici il partito e la nostra città, certo. Ma anche la grande scommessa del PD. Ricordandoci che il PD è davvero una cosa seria.

Sono contenta di essere stata scelta come guida dei giovani del partito democratico di Ragusa, una guida che però da sola non può avere seguito, ma che insieme a tutto il gruppo ed insieme al loro sostegno potrà lavorare bene per il futuro dei Giovani nella città di Ragusa.
Oggi è per me e per tutto il movimento giovanile di Ragusa una giornata importante, ricca di energia e della volontà di confrontarsi sui temi veri, fuori dalla retorica elettorale, determinati a occuparci del futuro nostro e della nostra comunità. Del futuro che meritiamo, che vogliamo meritare, che dobbiamo meritare. Mi auguro che insieme possiamo continuare, con armonia e grande passione questo percorso iniziato con entusiasmo e tanta voglia di fare. Ci credo e so che anche voi ci credete per questo vi ringrazio della fiducia datami e sono sicura che non vi deluderò, ma che anzi, insieme possiamo fare grandi cose!!


Grazie a tutti!!!

Valentina Spata





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