martedì 2 dicembre 2008

IL BULLISMO CI RIGUARDA

Con triste regolarità la cronaca testimonia le drammatiche conseguenze che possono derivare dal bullismo e la necessità di valutare i comportamenti di prevaricazione non solamente in base alla percezione o all'intenzionalità di chi li agisce, ma soprattutto considerando le conseguenze per chi li subisce.
La scuola conferma la sua importante funzione educativa e di socializzazione, in particolare nella costruzione dell'autostima e nello sperimentare ed acquisire abilità sociali. Non tutti gli episodi di bullismo avvengono all'interno della scuola, ma essa è l'ambiente dove più facilmente si possono contrastare e prevenire.
E' fondamentale non considerare il bullismo come un fatto attinente soltanto alla sfera privata dei soggetti coinvolti, ma riportarlo con forza e decisione in una logica in cui prevalga la responsabilità condivisa.
Anche se i singoli episodi di prepotenza coinvolgono pochi bambini o ragazzi, il bullismo è sostanzialmente un fenomeno sociale che coinvolge il gruppo dei pari e la comunità di appartenenza, pertanto la sua riduzione deve passare anche attraverso il rafforzamento della cultura della legalità e della responsabilità, individuale e collettiva.
Tutti gli adulti di riferimento di bambini e ragazzi hanno la responsabilità di attivarsi, ognuno nel proprio ruolo e compito educativo.

COSA E’ IL BULLISMO?
Il termine BULLISMO è la traduzione italiana dell'inglese "bullying" ed è utilizzato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno ripetutamente fa o dice cose per avere potere su un'altra persona o dominarla. Il termine originario "bullying" include sia i comportamenti del "persecutore" che quelli della "vittima" ponendo al centro dell'attenzione la relazione nel suo insieme.
Spesso non gli si dà molta importanza perché lo si confonde con i normali conflitti fra coetanei, mentre il bullismo è caratterizzato da alcuni fattori:
Intenzione di fare del male e mancanza di compassione :
il "persecutore" trova piacere nell'insultare, nel picchiare o nel cercare di dominare la "vittima" e continua anche quando è evidente che la vittima sta molto male ed è angosciata.
Intensità e durata:
il bullismo continua per un lungo periodo di tempo ed la quantità di prepotenze fa diminuire la stima di sé da parte della vittima.
Potere del "bullo":
il bullo ha maggior potere della vittima a causa dell'età, della forza, della grandezza, del genere (ad es. maschio più forte della femmina), o per la sua popolarità nel gruppo di coetanei.
Vulnerabilità della vittima:
la vittima è più sensibile degli altri coetanei alle prese in giro, non sa o non può difendersi adeguatamente ed ha delle caratteristiche fisiche o psicologiche che la rendono più incline alla vittimizzazione.
Mancanza di sostegno:
la vittima si sente isolata ed esposta, spesso ha molta paura di riferire gli episodi di bullismo perché teme rappresaglie e vendette.
Conseguenze:
il danno per l'autostima della vittima si mantiene nel tempo e induce la persona ad un considerevole disinvestimento dalla scuola oppure alcune vittime diventano a loro volta aggressori.
Cosa si può fare:
Dirigenti scolastici
stimolare e sostenere una politica scolastica che favorisca il riconoscimento e la riduzione del bullismo
valorizzare le iniziative di singoli docenti o di gruppi di alunni interessati ad affrontare il fenomeno
attivare opportunità di ascolto rivolte ad alunni e genitori in cui sia possibile riferire di situazioni di disagio legate al bullismo in un clima di comprensione e sicurezza
attivare momenti di mediazione dei conflitti che spesso insorgono tra famiglia e scuola
Insegnanti
favorire un clima di classe in cui si possa parlare delle prepotenze senza timore di ripercussioni
approcciare il fenomeno e gli episodi di cui si viene a conoscenza privilegiando il più possibile la comprensione, limitando il giudizio accusatorio, mantenendo comunque decisione e fermezza nel fermare le prepotenze in atto
aumentare il controllo nei momenti ricreativi o di attività poco strutturate
collaborare con alunni e genitori per rendere visibili le situazioni di prepotenza e per ricercare soluzioni ai conflitti sociali sottostanti
Personale non docente
considerare i propri compiti di sorveglianza come educativamente importanti
informare i docenti ed il dirigente di eventuali momenti o luoghi in cui sono assenti figure adulte che sorvegliano
far conoscere con tempestività gli episodi di bullismo che osservano o di cui vengono a conoscenza
avvicinare con sensibilità bambini o ragazzi che si isolano, sono particolarmente tristi o si aggirano preoccupati nei cortili e nei corridoi
Genitori
ascoltare i figli dando loro fiducia quando raccontano episodi sgradevoli, senza minimizzare o enfatizzare
prestare attenzione ai loro rapidi cambiamenti di umore o di comportamento (che spesso sono segnali di disagio)
parlare apertamente con gli insegnanti, con i dirigenti scolastici, con gli altri genitori senza farsi bloccare dalla paura di ripercussioni o "vendette"
insegnare ai figli a difendersi dalle aggressioni ed a chiedere aiuto
aiutarli favorendo la loro socializzazione con i coetanei
se vengono riferiti comportamenti di bullismo compiuti dal proprio figlio/a, non negare, ma cercare di capire cosa è successo ed affrontare il problema
Alunni
chi subisce prepotenze - cercare aiuto sia nel momento in cui si verifica l'episodio, sia successivamente, raccontando ciò che è successo a qualche compagno o a qualche adulto (l'aiuto degli adulti permette di ottenere maggiori risultati)
chi mette in atto comportamenti di prepotenza - provare ad immaginare di essere al posto della "vittima" dei propri comportamenti e pensare che le persone veramente amate dai compagni e realmente popolari non sono mai le persone prepotenti, ma quelle disponibili, anche se spesso i compagni sembrano divertirsi di fronte alle prepotenze
chi sta a guardare - aiutare chi subisce a trovare la forza di chiedere aiuto a qualche persona adulta di fiducia, oppure parlarne direttamente con gli adulti; fingere di non vedere o comportarsi come se si stesse assistendo ad uno spettacolo divertente sono atteggiamenti che indirettamente alimentano il bullismo.

Nessun commento: